
Ciò che Dio disse al profeta Osea, e cioè: “Perisce il mio pòpolo per mancanza di conoscenza” (Os 4,6) può èssere applicato a tutti quei cristiano-cattòlici che ricorrono alla magia, alla superstizione e a tutto ciò che ruota attorno all’occultismo, senza rèndersi conto che così facendo espóngono se stessi e più ancora i proprî figlî agli attacchi straordinarî dei demonî. Con fine intento pedagógico l’autore, Flaviano Patrizi, nelle trame narrative di questa avvincente e autèntica biografia, fa toccare con mano la realtà del fenòmeno màgico. Vèngono così offerte al lettore tentato di far ricorso alla magia tutte le ragioni per resístere alla tentazione e al lettore già víttima della magia le vie che pòrtano alla liberazione da essa e dalle sue dolorose conseguenze.

La frase: «tutto è bene ciò che finisce bene!» è vera soprattutto se applicata alla nostra vita terrena che deve meritare quella vita eterna, che dipende dal nostro ultimo atto di volontà. Se questo è un atto di amore può riparare una vita fallita, come quella del buon ladrone. Se invece è un atto di ribellione o di disperazione, può rovinare per sempre anche un apostolo, come ce lo insegna Giuda. L’atto più importante della nostra esistenza terrena è dunque il morire, cioè quell’atto che la chiude e ci spalanca la vita eterna. Per questo l’autore offre questa sua meditazione basata sul pensiero di eminenti maestri e convalidato dalle luminose parole del Signore comunicate ai mistici cattolici.
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