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Domínica in Septuagésima

Àudio-commento teològico-spirituàle alle letture e alle preghiere del Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum[1], (it.: Messale Romano riveduto per decreto del sacrosanto Concílio di Trento), tratto da Maria Valtorta, Il libro di Azaria, CEV.

Per ascoltare l’àudio-commento, clicca sul símbolo bianco del play, posto in basso a destra nel riquadro soprastante.

Pròprio della s. Messa tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo la traduzione proposta dalle CEI

INTRÓITUS

Ps. 17, 5-6 et 7 – Circumdedérunt me gémitus mortis, dolóris inférni circumdedérunt me: et in tribulatióne mea invocávi Dóminum, et exaudívit de templo sancto suo vocem meam. Ps. 17, 2-3 – Díligam te, Dómine, fortitúdo mea: Dóminus firmaméntum meum, et refúgium meum, et liberátor meus. Glória Patri… Ps. 17, 5-6 et 7 – Circumdedérunt me gémitus mortis…  Sal. 17, 5-6 e 7 –

 

Mi circondavano i gemiti della morte, e i dolori dell’inferno mi circondavano: nella mia tribolazione invocai il Signore, ed Egli dal suo santo tempio esudí la mia preghiera. Sal. 17, 2-3 – Ti amerò, o Signore, mia forza: Signore, mio firmamento, mio rifugio e mio liberatore. Gloria al Padre… Sal. 17, 5-6 e 7 – Mi circondavano i gemiti. 

 

  1. MESSA senza GLÓRIA

 

ORÁTIO 

Preces pópuli tui, quæsumus, Dómine, cleménter exáudi: ut, qui iuste pro peccátis nostris afflígimur, pro tui nóminis glória misericórditer liberémur. Per Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. – Amen.  

 

O Signore, Te ne preghiamo, esaudisci clemente le preghiere del tuo popolo: affinché, da quei peccati di cui giustamente siamo afflitti, per la gloria del tuo nome siamo misericordiosamente liberati. Per nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
M. – Amen. 

 

EPISTOLA Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Corínthios, I, 9, 24-27; 10, 1-5 

 

Fratres: Nescítis quod ii qui in stádio cúrrunt, omnes quídem currunt, sed unus áccipit bravíum? Sic cúrrite, ut comprehendátis. Omnes áutem qui in agóne conténdit, ab ómnibus se ábstinet: et illi quídem ut corruptíbilem corónam accípiant; nos áutem incorrúptam. Ego ígitur sic curro, non quasi in incértum: sic pugno, non quasi áërem vérberans: sed castígo corpus meum, et in servitútem rédigo: ne forte cum áliis prædicáverim, ipse réprobus effíciar. Nolo enim vos ignoráre, fratres, quóniam patres nostri omnes sub nube fuérunt, et omnes mare transiérunt, et omnes in Móyse baptizáti sunt in nube, et in mari: et omnes eámdem escam spiritálem manducavérunt, et omnes eúmdem potum spiritálem bibérunt: (bibébant áutem de spiritáli, consequénte eos, petra: petra áutem erat Christus): sed non in plúribus eórum beneplácitum est Deo.
M. – Deo grátias.
 

 

Fratelli: Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato. Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
M. – Deo grátias. 

 

GRADUALE  

Ps. 9, 10-11 et 19-20 – Adiútor in opportunitátibus, in tribulatióne: sperent in te, qui novérunt te: quóniam non derelínquis quæréntes te, Dómine. Quóniam non in finem oblívio erit páuperis: patiéntia páuperum non períbit in ætérnum: exúrge, Dómine, non præváleat homo. Sal. 9, 10-11 e 19-20 –

 

Tu sei l’aiuto opportuno nel tempo della tribolazione: abbiano fiducia in Te tutti quelli che Ti conoscono, perché non abbandoni quelli che Ti cercano, o Signore. Poiché non sarà dimenticato per sempre il povero: la pazienza dei miseri non sarà vana in eterno: lévati, o Signore, non prevalga l’uomo. 

 

TRÀCTUS  Ps. 129, 1-4 – De profúndis clamávi ad te, Dómine: Dómine, exáudi vocem meam. Fiant áures tuæ intendéntes in oratiónem servi tui. Si iniquitátes observáveris, Dómine: Dómine, quis sustinébit? Quia apud te propitiátio est, et propter legem tuam sustínui te, Dómine.  

 

Sal. 129, 1-4 – Dal profondo ti invoco, o Signore: Signore, esaudisci la mia voce. Siano intente le tue orecchie alla preghiera del tuo servo. Se baderai alle iniquità, o Signore: o Signore chi potrà sostenersi? Ma in Te è clemenza, e per la tua legge ho confidato in Te, o Signore. 

 

EVANGÉLIUM

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthæum, 20, 1-16 

In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis parábolam hanc: Símile est regnum coelórum hómini patrifamílias, qui éxiit primo mane condúcere operários in víneam suam. Conventióne áutem facta cum operáriis ex denário diúrno, misit eos in víneam suam. Et egréssus circa horam tértiam, vidit álios stantes in foro otiósos, et dixit illis: Ite et vos in víneam meam, et quod iústum fúerit, dabo vobis. Illi áutem abiérunt. Íterum áutem éxiit circa sextam et nonam horam: et fecit simíliter. Circa undécimam vero éxiit, et invénit álios stantes, et dicit illis: Quid hic statis tota die otiósi? Dicunt ei: Quia nemo nos condúxit. Dicit illis: Ite et vos in víneam meam. Cum sero áutem factum esset, dicit dóminus víneæ procuratóri suo: Voca operários, et redde illis mercédem, incípiens a novíssimis usque ad primos. Cum veníssent ergo qui circa undécimam horam vénerant, accepérunt síngulos denários. Veniéntes áutem et primi, arbitráti sunt quod plus essent acceptúri: accepérunt áutem et ipsi síngulos denários. Et accipiéntes murmurábant advérsus patremfamílias, dicéntes: Hi novíssimi una hora fecérunt, et pares illos nobis fecísti, qui portávimus pondus diéi, et æstus. At ille respóndens uni eórum, dixit: Amíce, non fácio tibi iniúriam: nonne ex denário convenísti mecum? Tolle quod tuum est, et vade: volo áutem et huic novíssimo dare sicut et tibi. Aut non licet mihi, quod volo, fácere? an óculos tuus nequam est, quia ego bonus sum? Sic erunt novíssimi primi, et primi novíssimi. Multi enim sunt vocáti, páuci vero elécti.
M. – Laus tibi Christe.
 

 

In quel tempo: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.  Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?  Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.   
M. – Laus tibi Christe. 

 

ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM  

Ps. 91, 2 – Bonum est confitéri Dómino, et psállere nómini tuo, Altíssime.

 

Sal. 91, 2 – È bello lodare il Signore, e inneggiare al tuo nome, o Altissimo. 

 

SECRÉTA  

Munéribus nostris, quæsumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. – Amen.

 

O Signore, Te ne preghiamo, ricevuti i nostri doni e le nostre preghiere, purificaci coi celesti misteri e benevolmente esaudiscici. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
M. Amen. 

 

PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ 

 

COMMÚNIO  

Ps. 30, 17-18 – Illúmina fáciem tuam super servum tuum, et salvum me fac in tua misericordia: Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.

 

Sal, 30, 17-18 – Rivolgi al tuo servo la luce del tuo volto, salvami con la tua misericordia: che non abbia a vergognarmi, o Signore, di averti invocato.  

 

POSTCOMMÚNIO  

Fidéles tui, Deus, per tua dona firméntur: ut éadem et percipiéndo requírant, et quæréndo sine fine percípiant. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. – Amen.

 

I tuoi fedeli, o Dio, siano confermati mediante i tuoi doni: affinché, ricevendoli ne diventino bramosi, e bramandoli li conseguano senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
M. Amen.
 


Note

[1] All’època delle cómunicazióni dell’àngelo Azaria alla mística cattòlica Maria Valtorta (2 feb. 1946 – 2 feb. 1947) il Messale in uso era il Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum S. Pii V Pontificis Maximi jussu editum aliorum Pontificum cura recognitum a Pio X reformatum et Ssmi D. N. Benedicti XV auctoritate vulgatum (25 lúglio 1920).

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