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L’immàgine della Madonna che allatta

L’immàgine della Madonna che allatta ha orígini nel culto ufficiale dell’età faraònica? La riflessione e chiàrificazióne seguente risponderà alla domanda.

L’ illustre egittologo tedesco H.W. Muller, in “Iris mit dem Horuskinde“, ipotizza che l’immàgine della Madonna che allatta il bambino ha profonde radici nella fede popolare e nel culto ufficiale dell’età faraònica. Questo culto, attraverso il processo di ellénizzazióne ha raggiunto una forza così universale, che la religione cristiana si è vista costretta ad assúmerla nel pròprio linguàggio.

In una successiva monografia sul culto diÍside nell’antica Benevento, pubblicata a Berlino nel 1969, lo stesso autore ipotizza una puntuale correlazione tra culto isíaco e culto mariano in Benevento, nonché la ubicazione di un Iseo nell’àrea occupata dalla Cattedrale, già denominata chiesa di Santa Maria. La tesi mulleriana non ha smesso di esercitare il suo fàscino su alcuni intellettuali beneventani che definíscono Íside “madonna e strega di Benevento”.

Occorre ricordare súbito l’assoluta originalità del culto mariano derivante dall’altíssima considerazione di Lei, offèrtaci dalla Bíbbia e dalla Tradizione apostòlica. Nessuna mutazione, dunque, dal culto pagano delle dee.

Un abisso invalicàbile separa il culto della Madre di Dio da quello ad Astarte, Íside o Cibele, per natura e per effetti.

Il culto della Vèrgine Maria è di iperdulia (venerazione speciale), quello delle dee invece era di latria (vera e propria adorazione con annessi riti a sfondo sessuale). Nelle feste in onore di Íside si ripetévano símboli di squàllida oscenità (basta lèggere Plutarco).

È vero che in alcuni luoghi deputati al culto pagano delle dee, il culto cristiàno-mariàno ha sostituito quello precedente con opportune purificazioni. Ma si tratta di sémplice successione cronològica e locale, e giammai di derivazione. L’analogia è tutt’altra cosa dalla genealogia.

La più antica rappresentazione di Maria “Galaktotrophousa” (cioè allattante) risale al VI sècolo, rinvenuta pròprio in Egitto, a Saqqara, ma l’immàgine della donna che allatta era già diffusa nel mondo egízio tardoantico e non si identificava assolutamente con la madre di Osíride.

A Benevento, l’immàgine più antica della Vèrgine Maria che allatta Gesù si trova nell’affresco del 1300 della Chiesa di San Francesco a Piazza Dogana, ed è anche l’única.

Nel tardo Medioevo le immàgini della Madonna che allatta Gesú sono diffuse in tutto il mondo cristiano e non solo nella Benevento della “Isis lactans“.

L’immàgine della Madonna che allatta Gesú, piú che ricordare la dóppia natura divina e umana del Cristo, come risposta dei primi sècoli allo gnosticismo e al docetismo, èvoca l’ideale di Madre dolcíssima e premurosa che ogni sposa cristiana è invitata a realizzare, imitando Maria.

La stàtua cinquecentesca della Madonna delle Gràzie, attribuita a Giovanni Meriliano di Nola, tanto venerata dai beneventani, appartiene al diffusíssimo modello iconogràfico del basso Medioevo, ove la Madonna delle Gràzie mostra il suo seno al Fíglio per ottenere misericòrdia a quanti la invòcano. Indicare al Fíglio di Dio la mammella per ottenere pietà per gli uòmini, costituisce un elemento originalíssimo della religione cristiana. È come se la Madonna dicesse al Fíglio di Dio che può tutto: ricòrdati che sono stata io a nutrirti ed ora ¡non mi puoi negare nulla di quanto ti domando per tutti i figlî che a me si rivòlgono con fidúcia!

Il culto beneventano alla Madonna delle Gràzie è allora espressione di autèntica fede cristiana, fondata sulla Sacra Scrittura, sulla Tradizione e sul Magistero della Chiesa.
Un culto di venerazione che vede in Maria Vèrgine: la potente soccorritrice del pòpolo, presso il trono dell’ Altíssimo.

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