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Omelia: XXVI Doménica del T.O. anno B

Letture della messa del giorno

La liturgia di oggi ci fà sapere che L’ÒPERA DELLO SPÍRITO SANTO ha una líbera iniziativa, che CONDUCE ALLA LIBERTÀ, senza allontanarci dalla verità, come ci faceva vedere la prima lettura tratta dal libro dei Númeri; CREA COMUNITÀ IN CUI È IMPORTANTE SEGUIRE GESÚ e non le persone che consíderano la fede come un diritto privato, (questo lo vediamo nel Vangelo di oggi;

METTE IN GUÀRDIA DALL’INGIUSTÍZIA di idolatrare le ricchezze, come ci diceva san Giàcomo nella seconda lettura. Vediamo ogni cosa con la lente di ingrandimento. Nell’accampamento degli Israeliti che sono in cammino verso la Terra promessa, avviene un evento divino sugli uòmini che èrano iscritti alla tenda del convegno, cioè al momento cultuale per eccellenza. Infatti lo Spírito Santo, sotto forma di nube, scende non solo sui settanta anziani che alla tenda si èrano recati, ma anche su quei due anziani di nome Eldad e Medad, che èrano rimasti nell’accampamento. Ora, poiché il dono dello Spírito li fà temporaneamente profeti, come Mosè e come i settanta che alla tenda del convegno si èrano recati, questa cosa non va bene a uno zelante spione, che si reca di corsa da Mosè a comunicarla. Giosuè, che è lí presente quando il gióvane riferisce, dice: «“Mosè, mio signore, impedíscili!”. Ma Mosè gli disse: “Sei tu geloso per me? Fóssero tutti profeti nel pòpolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spírito!» (Nm 11, 28-29). Guardate un po’! I SANTI (E MOSÈ È UN SANTO) NON SONO GELOSI DEI DONI DI DIO: sono contenti di condivídere con altri, e non in modo temporàneo ma permanente, le ricchezze della gràzia. Dice infatti Mosè a chi soffre di gelosia: «volesse il Signore PORRE SU DI LORO il suo spírito!», cioè: volesse la sua bontà PORRE STABILMENTE COME GUIDA DELLA LORO VITA E DELLE LORO PAROLE lo spírito di verità che fà profeti. Ecco la grandezza degli uòmini di Dio! Ecco la saggezza di chi guida una comunità di credenti! Se serve davvero il Signore, lo sa riconóscere all’òpera negli altri, dentro il luogo di culto e fuori del luogo di culto. Di questa lezione la Chiesa Cattòlica ha tràccia ovunque. In particolare vi vòglio segnalare due documenti in cui la troviamo: il Diritto Canònico e un’esortazione apostòlica post-sinodale di san Giovanni Pàolo II. In quest’última, del 1988, dal títolo CHRISTIFIDELES LAICI, il grande santo papa polacco dice della missione dei làici, cioè di chi non è prete o religioso: «La partecipazione all’ufficio profètico di Cristo, “il quale e con la testimonianza della vita e con la virtù della parola ha proclamato il Regno del Padre”, abílita e impegna i fedeli làici ad accògliere nella fede il Vangelo e ad annunciarlo con la parola e con le òpere non esitando a denunciare coraggiosamente il male». Nel cànone 225 del Còdice di Diritto Canònico, al paràgrafo 2, si dice inoltre: «Sono tenuti anche al dovere specífico, ciascuno secondo la pròpria condizione, di animare e perfezionare l’órdine delle realtà temporali con lo spírito evangèlico, e in tal modo di rèndere testimonianza a Cristo particolarmente nel trattare tali realtà e nell’esercízio dei còmpiti secolari». Come potete vedere, IL DOVERE DELLA PROFEZIA È DI TUTTI E DA TUTTI GESÚ SI ASPETTA LA CONDANNA CORAGGIOSA DEL MALE E IL PERFEZIONAMENTO DELLE REALTÀ TEMPORALI, laddove ci troviamo. San Giàcomo questo lo ha saputo fare beníssimo e, oggi, attacca quei ricchi che accúmulano tesori, si vàntano di àbiti, di oro e di argento (cose soggette al logorio del tempo); non dànno il giusto salàrio ai lavoratori; e vívono nei piaceri e nelle delízie privi di carità.

Notiamo dunque, come LO SPÍRITO MUOVE IL CREDENTE A VÍVERE COME PARTE DI UNA GRANDE FAMÍGLIA E STÍMOLA, POI, A PARLARE PER LA SALVEZZA DI QUESTA FAMÍGLIA. Gesú lo fà in maniera magistrale nel Vangelo di questa Doménica che abbiamo appena letto. San Giovanni – dunque un apòstolo e discèpolo con una grande autorità fra i Dódici –, vedendo un esorcista che scàccia i demonî nel nome di Gesú, glie lo vuole impedire insieme con gli altri apòstoli. Perché? Perché sta sbagliando? ¿Perché sta facendo del male alla persona che esorcizza? No. «PERCHÉ NON CI SEGUIVA»! (Mc 8, v.38). Òcchio a queste parole perché sono la chiave di tutto. San Giovanni non dice: «perché non ti seguiva», il che sarebbe anche potuto èssere motivo di riflessione. Infatti gli esorcisti del tempo usàvano nei loro esorcismi i nomi di persone famose o di altri demonî, per scacciare i demonî. Sappiamo dallo stòrico giudeo-romano Giuseppe Flàvio che un esorcista di nome Eleàzaro scacciava i demonî usando il nome del re Salomone.

No! Il problema è che non seguiva gli apòstoli e non faceva parte del gruppo designato. Ai Dódici, in questo preciso momento, non importa se quell’esorcista ha incontrato o no Gesú; se ama o non ama Gesú; se usa il suo nome con fede cristiana o per la fama che circonda Gesú; ma ciò che conta è riservarci i doni di Dio, restríngere l’azione dello Spírito.

Ma come Mosè rimproverò Giosuè di meschina gelosia, cosí GESÚ RIMPRÒVERA LA FEDE SETTÀRIA DEI DISCÈPOLI, che pènsano che il bene si possa ottenere solo in un gruppo e solo in un determinato modo.

Forse anche a voi sarà capitato di sentire frasi come queste: “Come fà la carità la Comunità di Sant’Egídio!…”; “Come aiútano i pòveri i Comboniani!…”; “Come vívono la fraternità i Francescani!…”. “Come costruíscono ponti coi lontani i Gesuiti!…”. E símili esclamazioni dettate dal di dentro del gruppo stesso. Gesú, con l’esèmpio del bicchiere d’acqua dato nel suo nome e con quello delle cose da tagliare per entrare nel Regno dei Cieli, ci fà sapere che il bene di “CHIUNQUE” ai suoi occhî è gradito e meritòrio anche se fatto di píccoli gesti; anche se fatto fuori da un gruppo ben preciso. E che il male, invece, che scandalizza il cammino di fede dei “píccoli”, è la cosa piú importante da evitare per non finire all’Inferno.

Accogliamo con giòia il messàggio di oggi, cari fratelli e sorelle: DOVE C’È UNA COMUNITÀ CHE AMA E SÉGUE GESÚ, C’È LA VERA FRATERNITÀ, c’è la vera comprensione dell’altro, c’è la libertà dello Spírito, ma c’è anche il tàglio netto di ogni forma di male.

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