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Omelia: Doménica delle palme e della Passione di nostro Signore | Anno C

Letture della messa del giorno

Cari fratelli e sorelle siamo giunti al cúlmine della vita di Gesú, alle battute finali, che rappreséntano, però, un inízio della Chiesa e il compimento di tutte le promesse di Dio, il compimento delle Scritture il compimento della vita del Fíglio di Dio su questa terra.

E questo compimento è uno spettàcolo; lo abbiamo sentito nelle parole finali. È uno spettàcolo di orrore, se guardiamo a quanto ha sofferto Gesú e a come veniva deriso e come era trattato un innocente; è uno spettàcolo di amore, se consideriamo con quale gratuità e senza nostro mèrito, l’único Fíglio di Dio Padre accetta di èssere torturato di morire in croce per amore nostro, per amore di ingrati per amore di persone che ancora non lo conóscono, ¡per amore di tutti!

È uno spettàcolo della stòria, della stòria che, a partire da Cristo, riceve uno spartiacque: nulla è piú e può èssere idèntico a prima della venuta di Gesú. Gesú ha cambiato il mondo perché ha cambiato i cuori, ha cambiato le società. Dove è arrivato il cristianésimo, dove si è vissuto il cristianésimo secondo la lezione di questa pàgina, di questa pàgina di Vangelo, l’uomo ha ritrovato la pace e la speranza; non è stato abbandonato al potere delle tènebre ― come del resto abbiamo visto. Qui il Signore Gesú lo diceva. E lo diceva ai capi dei sacerdoti e ai capi delle guàrdie, a coloro che èrano andati verso di lui come se fosse un ladro, dice: “Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno nìero con voi nel témpio ¿e non avete mai messo le mani su di me? Ma questa è l’ora vostra, è il potere delle tenebre”.

Quindi, questo spettàcolo che Dio, Dio cómpie, pur attraverso l’òpera terríbile della misèria profonda dell’umanità, è il ministero piú grande della nostra fede. Dio che si làscia torturare nell’umanità che ha assunto; Dio che si làscia sfigurare nella sua bellezza; Dio che vuole manifestare la sua onnipotenza e il suo nome da un trono diverso da quello degli altri re, che si fanno chiamare benefattori perché, magari, fanno qualche legge che favorisce questa parte, qualche donazione che favorisce un’altra parte, ma mai raggiúngono tutti con un sacrifício di servízio, come colui che serve.

Ecco, ¿e qual è il trono di questo re? La croce. E noi avremo modo il Venerdì Santo di meditare il significato della croce, il valore della croce. Dove noi vediamo una croce dobbiamo vedere tutto Gesú Cristo, tutto Gesú: dal momento in cui dice di sí alla volontà di Dio Padre ― quindi dall’incarnazione ― fino all’último respiro, a quel sospirare che non è, però, l’último capítolo della stòria della salvezza. Se la nostra stòria della salvezza finisse sulla croce, ecco dice san Pàolo: «Vana sarebbe la nostra speranza».

Cari fratelli e sorelle, la lettura della passione ci interpella, ci chiede: ¿Tu in quali di questi personàggi, in quale di queste persone, che hai visto e che hai sentito parlare, sei?

¿Sei un apòstolo, che amava Gesú, ma che aveva paura di soffrire insieme con lui e quindi fuggi nelle prove, pur continuando ad amarlo? ¿Sei Pietro, che faceva il gradasso: «Ti seguirò fino alla morte», e che poi lo rinnega tre volte; però quando incroci di nuovo lo sguardo con Gesú sai piàngere amaramente per i tuoi peccati; quindi rimani affianco e a servízio del Signore che ti guida e continuerà a guidarti sempre?

¿Sei fra i Giuda che condivido il pasto con lui, ma che poi sono pronti a consegnarlo al migliór offerente?

¿Sei Giuda perché non metti al primo posto il Vangelo quando qualcuno ti fa una proposta che è piú allettante; che pensi che ti possa servire di piú in questo momento? Quanti cristiani sono disposti a fare compromessi disonesti per ottenere un lavoro, per ottenere la fama, per raggiúngere un posto. Quando noi facciamo questo, siamo dei Giuda.

¿Sei fra coloro che non hanno conosciuto Gesú fino a quando non sono saliti sulla croce, fino a quando non si sono sentiti inchiodati dalla vita, bloccati dalla malattia, magari; e quindi quel momento o sei un buon ladrone, che riconosce di dovér sopportare con pazienza quella sofferenza, perché in qualche modo è meritata; o sei il ladrona invece che lo accusa, che non lo riconosce per quello che è, e dunque lo maledice? E nella sofferenza tanti di noi, tanti cristiani battezzati se la prendono con Dio.

¿Oppure, sei tra quelle persone pie, sémplici, che non capíscono che la passione è l’insegnamento che Gesú si dà su quanto male fàccia il peccato; e quindi ci facciamo prèndere dal sentimento, piangiamo, ci dispiace quello che è successo a Gesú nella passione, però non sappiamo valutare quanto male fàccia il peccato nella vita dei nostri figlî? E cosa dice Gesú alle pie donne: «Non piangete per me, perché io sono innocente e subisco questo male; piangente per i vostri figlî. Perché se questo è quello che è toccato all’innocente, senza peccato, pensate quanto peggiore può èssere il castigo per una persona che ama il peccato e che non lo riconosce».

¿Oppure siamo come come Maria, come le donne che stanno ai piedi delle croce insieme a san Giovanni; coloro che hanno perseverato, perché persévererànno sempre, anche quando siamo sotto da croce, anche quando davanti a noi c’è un dolore grandíssimo, un dolore indicíbile? Proviamo a calcolare il dolore per la beata Vérgine Maria, vedendo suo fíglio, quel fíglio che ha coccolato, che ha nutrito, che ha allattato, ecco, che ha seguito ovunque e che lo vede crocifisso. Non c’è un dolore piú grande di una mamma che vede morire un fíglio. Già è grande se muore con altre morti; immaginate il dolore grande della beata Vérgine Maria di fronte a quella morte.

Allora, la passione di Gesú, che oggi abbiamo meditato, ci chiede di verificare in quale posto noi ci collochiamo, in quale posto oggi noi siamo. In chi ci ritroviamo di piú. Potremmo èssere anche Gesú stesso, sulla croce, che però rimane fíglio e rimane innamorato del Padre, grato al Padre, fiducioso nel Padre. Allora chiediamo in questa santa liturgia, in questa Settimana Santa, che ci porterà a meditare ancora mèglio la passione nei suoi passaggî, di riscoprire l’amore di Dio nella nostra vita, l’amore del Padre verso noi suoi figlî.

Sia lodato Gesú Cristo.

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