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Omelia: II Doménica del T.O. – Anno C

Gesú contínua a manifestarsi per quello che è e per quello che vuole comunicarci. Oggi si manifesta come Sposo dell’umanità e della Chiesa sua primízia; e ci insegna che la vera e duratura giòia viene dalla sua redenzione e dalla corredenzione di Maria, sua e nostra Madre. Tutte le letture convèrgono nello stesso punto: IL SIGNORE TROVA LA SUA DELÍZIA NELLA SUA SPOSA FEDELE, NELLA SUA SPOSA PURIFICATA, NELLA SUA SPOSA RICCA DI DONI.

Essendo Egli Dio, dobbiamo comprèndere che questo matrimònio lo ha voluto Lui; lo ha preparato Lui scegliendo la Sposa; lo ha celebrato Lui procuràndoci la fede; ed è Lui che può custodire la giòia di questo matrimònio fino alla fine. Nei matrimonî in cui è in azione solo la buona volontà degli sposi, la giòia del primo giorno di nozze, piano piano sfuma e scompare, se non c’è fra gli sposi il Signore che nel Vangelo di oggi sa conservare il vino buono fino alla fine. Capite bene allora che quello che succede a Cana di Galilea è solo l’occasione per farci capire la bellezza e grandezza di un matrimònio ben piú importante di quello di quei due sposi di cui non sappiamo il nome, né l’età, né il grado di parentela con la Madonna, visto che c’era invitata a nozze anche lei, con Gesú e i suoi discèpoli.

Isaia diceva: «Nessuno ti chiamerà piú Abbandonata, né la tua terra sarà piú detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Giòia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delízia e la tua terra avrà uno sposo» (Is 62, v.4).

Il Salmo 95, come risposta a questa promessa, ci làscia ben inténdere che ciò che il Signore ha compiuto per Sion è dono di salvezza per tutti i pòpoli: infatti abbiamo detto: «Cantate al Signore, uòmini di tutta la terra…Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza». Solo se la promessa fatta a Gerusalemme riguardava tutti si può capire la giòia in cui sono coinvolti tutti i pòpoli. Solo se la salvezza ha sposato una terra prima desolata, tutti gli abitanti della terra pòssono annunciare la salvezza del Signore. In questo contesto comprendiamo mèglio che cosa succede a Cana di Galilea e che cosa vuol dire che Gesú «manifestò la sua glòria e i suoi discèpoli credéttero in Lui» (Gv 2, v.11b). GLI SPOSI AL CENTRO DI QUESTA SCENA DI VITA MATRIMONIALE SONO GESÚ E MARIA: Gesú è lo Sposo che come ora delle sue nozze ha scelto l’ora della Passione e della morte in Croce. Maria è la Sposa dello Spírito Santo che ha concepito il Fíglio di Dio, per la potenza dell’Altíssimo e per òpera appunto dello Spírito Santo, ed è la prima creatura che fin dal suo concepimento immacolato riceve la purificazione che avviene nell’ora in cui Gesú verserà il suo sàngue per noi. LE «SEI ÀNFORE di pietra per la purificazione rituale dei Giudei» (Gv 2, v.6), allora (che prima dell’intervento di Maria contenèvano solo acqua e che dopo la sua richiesta al Fíglio conterranno solo vino buono), SONO IL SEGNO DI QUESTO MÈRITO DI GESÚ E DI MARIA: LORO DUE INSIEME PROVVÈDONO ALLA PURIFICAZIONE DELLA CREAZIONE E DELL’UOMO IN PARTICOLARE. Il vino, dunque, della festa, non è necessàrio a perméttere qualche bríndisi in piú (ciascun’ànfora conteneva “da ottanta a centoventi litri” e vi renderete conto che tutto il vino ottenuto con un tale miràcolo sarebbe bastato a una Oktoberfest piuttosto che a un matrimònio in Palestina). Il senso di tutto questo è dirci chi è lo Sposo che ci salva; chi è la Sposa salvata per prima per trascinare con sé tutta l’umanità di cui è parente; qual è la purificazione che ci può dare la vera giòia.

MARIA SANTÍSSIMA, dunque, anche in questo brano del Vangelo risulta èssere CORREDENTRICE, tanto quanto nella profezia di Simeone e sotto la Croce. Nel Tèmpio, quando con san Giuseppe aveva presentato Gesú bambino per la circoncisione, il vècchio Simeone le aveva detto: «anche a te una spada trafiggerà l’ànima» (Lc 2, v.35). Noi sappiamo che questa spada è la croce sui cui fu inchiodato suo Fíglio. A quel dolore Maria deve partecipare con tutta la sua ànima e cosí operare con il Fíglio la purificazione dell’umanità.

Dunque Maria non ha una particina marginale nella stòria della salvezza: non è una figura secondària che vuole scalciare per comparire in posti che non le spèttano: UNA SPOSA HA IL DIRITTO DI ÈSSERE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE NON SOLO DELLO SPOSO, MA ANCHE DEGLI INVITATI A NOZZE. Non esiste matrimònio, se manca la Sposa. Ora sarebbe insensato pensare che l’umanità può giustamente èssere considerata la Sposa di Cristo e non può la sua benedetta Madre èssere la primízia di questa umanità, come lo è la Chiesa che in lei ha il suo modello. Inoltre le sue parole: «Qualsíasi cosa vi dica, fàtela» (Gv 2, v.5) ci fanno comprèndere bene che Maria è tutta orientata verso Gesú; porta a Gesú; vuole che nessuna parola di Gesú venga trascurata e che a Lui si obbedisca.

Dunque impariamo a dare nella nostra vita la giusta importanza alla Mamma e Sposa sempre pronta a soccórrerci, aiutarci, educarci per portare la giòia che non passa nella nostra vita. IL SUO ROSÀRIO, preghiera troppo trascurata ancora fra molti cristiani, È LA VITA DELLO SPOSO CHE LEI NON SI STANCA DI CONTEMPLARE. Pregarlo è vittòria sul male e giòia assicurata, per tutte le gràzie che attraverso di esso piòvono a noi e al mondo intero.

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