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Omelia: Pentecoste | Anno C

Letture della messa del giorno

Doménica scorsa abbiamo capito che cosa vuol dire che Gesú «siede alla destra del Padre». Oggi, festa di Pentecoste, comprendiamo che cosa vuol dire un altro artícolo del Credo: «Credo nello Spírito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Fíglio».

Parliamo cioè della terza Persona della Santíssima Trinità, che è anch’essa il Signore. Ma questo non vuol dire che abbiamo tre Signori, ma che è uno solo il Signore, come uno solo è Dio, e che tuttavia quest’único Dio, per farsi conóscere come Padre, ha mandato attraverso Gesú lo Spírito Santo; e per far riconóscere come Signore il Fíglio di Dio, ha dovuto mandare lo Spírito Santo. Cosí anche per noi: per far riconóscere che siamo creature nuove, figlî nel Fíglio, e apòstoli della Carità che pàrlano língue nuove, ha dovuto mandare lo Spírito Santo.

Ovunque sia necessària la chiave di comprensione di Dio e della vita nella Chiesa, lo Spírito Santo non può mancare, perché c’è come in un edifício ci sono i pilastri; come in un quadernone ci sono le righe, sulle quali scrívere dritto e con órdine; come in un paese ci sono le strade; come in un quadro ci sono i colori.

Gesú ha detto di Lui: «Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. . .Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Questo aggiunge un altro chiarimento a chi, come noi, ha bisogno di capire mèglio Chi è lo Spírito Santo. Infatti comprendiamo anche che Lui è colui che non ci farà mai dire “MI MANCHI”. Chi ha ricevuto lo Spírito Santo ed è pieno di Spírito Santo, non solo ricorda gli insegnamenti di Gesú, e mette órdine con divina precisione nella sua vita, ma è capace anche di avere già ciò che per altri è un miràggio, una meta lontana, un desidèrio che soffre di arsura, una mancanza incolmàbile. L’uomo che ha ricevuto lo Spírito Santo e lo tiene caro, vivendo secondo la sua presenza, non dice: «Mi manchi, Gesú»; «Mi manchi, Padre nostro»; «Mi manca la mia famíglia»; «Mi màncano i miei cari defunti»; «Mi manca ciò che facevo prima». Non lo dice perché ha la caparra di una vita che include e súpera tutte le nostre attese, tante è vero che solo con questa vita dentro si può annunciare pienamente la giòia pasquale e l’òpera di Gesú. Gli Apòstoli ricévono questo dono per parlare bene, con la língua, con il volto, e con la vita, di colui che adesso li guida e ci guida. Diceva san Pàolo ai Romani: «tutti quelli che sono guidati dallo Spírito di Dio, questi sono figlî di Dio». I figlî di Dio rèstano figlî di Dio per sempre, e si ricórdano che Gesú promettendo lo Spírito Santo ha detto «NON VI LÀSCIO ÒRFANI». L’òrfano è chi sente viva la mancanza di un pròprio caro familiare, e non lo attende piú perché sa che non tornerà.

Nella Chiesa che ha incontrato il Risorto e da Lui ha ricevuto il dono dello Spírito, che rimane sempre con noi, gli òrfani non esístono: non esístono nel significato di persone a cui manca terribilmente qualcuno o qualcosa. Nella Chiesa c’è già tutto, ma si attende la manifestazione gloriosa di Chi ora vive nei sacramenti. Si attende la vittòria su tutti i nemici di Cristo e dell’umanità, ma non si attende un assente: Cristo vive nella Chiesa gràzie allo Spírito Santo.

Come nella Natura c’è una vita che dipende dal sòffio vitale di Dio e dalle sue leggi eterne, cosí nella Chiesa c’è una vita che dipende dalla sua ànima, che è lo Spírito del Padre e del Fíglio. Il Salmo diceva: «Togli loro il respiro: muòiono, e ritòrnano nella loro pólvere. Mandi il tuo spírito, sono creati, e rinnovi la fàccia della terra» (Sal 103, 29-30). Ma la Terra ha bisogno di èssere rinnovata non dalle polítiche “green”, bensí dallo Spírito Santo. Mi dispiace se qualcuno di voi ha pensato di salvare il mondo o di èssere piú buono se ha comprato un libro di carta riciclata o se ha fatto bene la raccolta differenziata. Il mondo si salva se non ricicla gli stessi errori del passato e se sa fare bene la differenziata tra virtú e peccato, vita e morte, verità e inganno. La missione della Chiesa è annunciare «le grandi òpere di Dio» (At 2, v.11), e nessuna di queste òpere è piú grande di quella compiuta dallo Spírito Santo che «Lava ciò che è sórdido, / bagna ciò che è árido, / sana ciò che sánguina. / Piega ciò che è rígido, / scalda ciò che è gèlido, / drizza ciò che è sviato». ¿Ma chi invoca lo Spírito Santo? ¿Chi lo riconosce come Paràclito? ¿Chi ha capito che è Signore e dà la vita: la vita naturale e soprannaturale, quella personale e quella ecclesiale?

Oggi in molte parti d’Itàlia e del mondo tanti bambini ricévono la prima Comunione, cioè Gesú vivo e presente nell’òstia consacrata, …che si nasconde agli occhî ma non all’ànima. Lui ha detto di sé stesso di èssere la Vita e che chi màngia la sua Carne e beve il suo Sàngue ha la vita eterna. In che modo ci dà l’una e l’altro? Con l’effusione dello Spírito Santo, invocato dal sacerdote e che passa attraverso queste mani consacrate. Vedete, cari fratelli e sorelle? LO SPÍRITO SANTO È SIGNORE E DÀ LA VITA: infatti ci ha dato Gesú, concepèndolo nel grembo verginale di Maria, e contínua a dàrcelo nell’Eucaristia, attualizzando il suo sacrifício sulla Croce. Contínua a darci il suo perdono e la sua pace, nella Riconciliazione; contínua a darci le sue gràzie di guarigione e di liberazione, nell’Unzione degli infermi e negli esorcismi. Contínua a darci sacerdoti secondo l’órdine di Melchisedech, nell’Órdine Sacro; contínua ad abbellire con diversi carismi tutte le membra della Chiesa, ma soprattutto contínua a darci santi in tutte le nazioni, píccoli e grandi, che sono vita nuova in contesti di morte spirituale diffusa.

Vòglio ricordarvi tre bambini che hanno amato l’Eucarestia, istruiti dallo Spírito Santo. La prima è una bimba cinese di nome Li, la cui stòria commosse e condizionò un grande arcivéscovo americano: Fulton Sheen. Sappiate che non ebbe paura, a dieci anni, di salvare dai soldati comunisti 32 òstie che èrano state buttate a terra, dopo èssere state strappate dal tabernàcolo, a sfrègio della fede nella presenza reale. Rimase uccisa, ma solo al suo trentaduésimo incontro con l’òstia a terra. Ogni giorno, di nascosto, andava in chiesa a prènderne, con la língua e senza toccarla con le mani, una.

Poi conoscete tutti CARLO ACUTIS, il ragazzo che chiamava l’Eucaristia: la mia autostrada per il Paradiso. Infine il píccolo MANUEL FODERÀ DI CALATAFIMI, morto nel 2010. A quattro anni la famíglia scopre che il píccolo ha un neuroblastoma di quarto stàdio, che lo costringe a fare 30 cicli di chèmioterapía. In ospedale scopre l’amicízia con Gesú e già a questa età vorrebbe ricéverlo, ma ottiene il permesso a sei anni. Ebbene, Manuel che ama tanto Gesú scrive al suo véscovo e gli dice: «Véscovo, per favore, ¿puoi dire ai tuoi sacerdoti di abituare tutti ad almeno cinque minuti di silènzio per potér parlare e ascoltare Gesú nel pròprio cuore? Pensa all’última persona che fa la comunione: non ha neppure il tempo di dire ciao a Gesú». E poi parla di questo diàlogo con Gesú, dopo averlo ricevuto: diàlogo d’amore con un Amico vivo. Ecco: questi sono i doni dello Spírito e con questi esempî EGLI RICREA LA FÀCCIA DELLA TERRA, TRASFORMANDO I CUORI. Gesú stesso dirà a Manuel, dopo una comunione: «Il tuo cuore non è tuo, ma il mio ed io vivo in te», che somíglia a questo versetto del Vangelo di oggi: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, v.23).

Caríssimi, ¿capite dopo questi esempî quale vita vuole darci lo Spírito? LA VITA CHE NON MANCA DI NULLA QUANDO TUTTO SEMBRA PERDUTO.

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