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La stolta superbia e soave umiltà [eBook]

Testo fondamentale sulla virtù indispensabile per ogni cristiano: l’umiltà.
Il Creatore ha tutti i diritti senza nessun dovere verso di noi, sue creature ribelli, come noi abbiamo tutti i doveri senza nessun diritto verso di Lui. Verità riconosciuta dall’umiltà,
rifiutata dalla superbia.
Lo Spirito Santo ha sete della nostra umiltà per riempirla di grazia, anzi, di Se stesso. La sua presenza nell’anima costituisce la vera santità cristiana.
Per questo motivo è estremamente utile studiare l’umiltà. Quell’umiltà che Maria, “Umile ed Alta più che creatura” (Dante, Divina Commedia), cantò nel suo Magnificat e che fu il segreto della sua santità e dalla sua maternità divina. Scrisse infatti in modo lapidario san Girolamo: “Virginitate placuit, humilitate concepit!” volendo affermare che Maria piacque a Dio per la verginità, ma fu la sua umiltà che la rese idonea a concepire Dio.
Dunque, caro lettore, rigiro a te l’esortazione che fece la Vergine Maria a santa Veronica Giuliani: “Studia l’umiltà”.
Don Elia Bellebono. Apostòlo di Gesú

Àutobiografía di don Elia Bellebono che íntegra la biografía di don Elia intitolata “Don Elia Bellebono. Apostolo del Sacro Cuore per i nostri tempi” padre Carlo Colonna s.j..
I testi di don Elia vèngono riportati con la spontaneità e gli “errori” con cui sono usciti dalla sua penna e dal suo racconto di persona sapiente nelle cose di Dio ma sémplice in quelle umane. L’àutobiografía non ha bisogno di spiegazioni. L’esperienze místiche e umane narrate sono un catechismo pràtico. Le richieste fatte dal Sacro Cuore di Gesú a don Elia si stanno realizzando a partire dalla costruzione a Urbino (PU) del Santuàrio dedicato al Sacro Cuore.
Da una narrazione di don Elia:
Quando Gesú mi appare solitamente mi trovo in chiesa a fare una vísita: ecco come si presenta Gesú ai miei occhî.
Dal Tabernàcolo una nube bianca sorge ímprovvisaménte, essa è di un candore accecante e da píccole che è si espande lentamente.
Ad un tratto essa si squàrcia e nella luce accecante c’è un bagliore ancora più luminoso, la Figura Divina di Gesú. È vestito di una túnica bianca lucente, fermata alla vita da un cíngolo d’oro, le spalle sono ricoperte da un manto pure d’oro, anche i sandali sono àurei. Gesú porto i capelli biondi e fluenti sulle spalle, divisi da una scriminatura in mezzo al capo. Anche la barba è bionda. Gli azzurri occhî splendono nel ròseo viso.
Il Suo Cuore, coronato di spine, è sormontato dalla píccola croce e dalla ferita del cuore sgorga sàngue che màcchia la bianca túnica. Nelle mani e nei piedi si pòssono vedere le ferite cicatrizzate: Gesú tiene il manto d’oro con la mano sinistra all’altezza della vita mentre la destra è líbera. Parlando, Gesú china leggermente il capo verso di me.
Il diàlogo inízia e io mi sento fortemente attratto verso la Figura Divina di Gesú; gli occhî mi si appànnano e sembra che tutto l’esterno scompàia.