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L’Ora santa di Gesù: IV. “Se rimanete in Me e rimane in voi la mia Dottrina, vi sarà dato quel che chiedete”

«“Se rimanete in Me e rimane in voi la mia Dottrina, vi sarà dato quel che chiedete”[1].

Io scendo in voi e mi faccio cibo vostro. Ma, come Centro che Io sono, a Me vi aspiro. “Voi vi nutrite di Me, ma con più ragione Io mi nutro di voi. Le due fami sono insaziabili e continue. La vite nutre i suoi polloni. Ma sono i polloni che fanno la vite. L’acqua nutre i mari, ma sono i mari che nutrono l’acqua, risalendo in evaporazione per scendere di nuovo. Perciò voi dovete rimanere in Me come Io in voi. Divisi, non Io, ma voi morreste.

Io sono cibo per lo spirito e cibo per il pensiero. Lo spirito si nutre della Carne di un Dio. Essenza effusa da Dio, non può aver cibo che da ciò che è la sua matrice. Il pensiero si nutre della mia Parola che è il Pensiero di un Dio.

Il vostro pensiero! L’intelligenza è quella che vi fa somiglianti a Dio, perché nell’intelligenza è memoria, intelletto e volontà, come nello spirito è somiglianza per essere spirito, libero, immortale.

Il vostro pensiero, per esser capace di ricordare, intelligere, volere ciò che è bene, deve esser nutrito della mia Dottrina. Essa vi ricorda i benefici e le opere di Dio, chi è Dio, che si deve a Dio. Essa vi fa comprendere il bene e discernerlo dal male. Essa vi fa volere fare il bene. Senza la mia Dottrina divenite schiavi di altre che hanno nome “dottrina”, ma sono errori. E come navi senza bussola e timone voi andate a naufragio. Uscite dalle rotte. E come potete allora dire: “Dio mi ha abbandonato” quando siete voi che avete abbandonato Lui?

Rimanete in Me. Se non vi rimanete, è segno che mi odiate. E il Padre mio odia chi mi odia, perché chi odia Me odia il Padre, essendo Io uno col Padre. Rimanete in Me. Fate che il Padre non possa distinguere il tralcio dalla vite, tanto il tralcio è uno con essa. Fate che il Padre non possa capire dove finisco Io e cominciate voi, tanto la somiglianza è piena. Chi ama finisce per prendere dell’amato inflessioni, intercalari e gesti.

Io voglio che voi siate altrettanti Gesù. E questo perché voglio che voi abbiate quanto chiedete ― fusi a Me, non potete chiedere che cose buone ― e non abbiate a conoscere ripulse. E questo perché Io voglio che abbiate più ancora di quanto chiedete, perché il Padre effonde in un continuo flusso d’amore i suoi tesori sul Figlio suo. E chi è nel Figlio fruisce di questa infinita effusione, che è l’amore di Dio che si letifica nel suo Verbo e che circola in Lui. Ora Io sono il Corpo e voi le membra, e perciò la Gioia che mi inonda e viene dal Padre, la Potenza, la Pace, ogni altra perfezione che in Me circola, si trasfonde in voi, miei fedeli che siete parte di Me, inscindibile qui e oltre.

Venite e chiedete. Non abbiate paura di chiedere. Tutto potete chiedere, perché Dio tutto può dare. Chiedete per voi e per tutti. Io vi ho insegnato. Chiedete per i presenti e per gli assenti. Chiedete per i passati, i presenti, i futuri. Chiedete per questa vostra giornata e per la vostra eternità, e per questa e quella di chi amate.

Chiedete, chiedete, chiedete. Per tutti. Per i buoni perché Dio li benedica. Per i malvagi perché Dio li converta. Dite con Me: “Padre, perdona loro”[2]. Chiedete: la salute, la pace in famiglia, la pace nel mondo, la pace per l’eternità. Chiedete la santità. Sì, anche questa. Dio è il Santo ed è il Padre. Chiedetegli, in un con la vita che vi mantiene, la santità attraverso la Forza che viene da Lui.

Non abbiate paura di chiedere. Il pane quotidiano e la benedizione quotidiana. Non siete tutto corpo, non siete ancora tutto spirito. Chiedete per questo e quello, e vi sarà dato. Non temete di osare troppo. Io per voi ho chiesto la mia stessa gloria, anzi ve l’ho data addirittura, perché siate simili a Noi che vi amiamo e il mondo conosca che siete figli di Dio.

Venite. In questo mio Cuore è il Padre vostro. Entrate, ché Egli vi possa riconoscere e dire: “Si faccia gran festa nei Cieli perché ho ritrovato un figlio che amavo”[3].

“Ti ho accontentata” dice Gesù. “Ho parlato sempre Io. Ho voluto parlasse la mia eucaristica Voce. Abbiatela per mio regalo. Benedico te e tutti quelli che l’ascolteranno. »


Note

[1] Giovanni 15,7.

[2] Luca 23,34.

[3] Genesi 2,7.

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