
Mentre i dubia di quattro porporati — Raymond Burke, Carlo Caffarra, Walter Brandmüller, Joachim Meisner — nei confronti di alcuni númeri dell’Esortazione apostòlica post-sinodale Amoris laetitia non erano ancora stati indirizzati al pontefice (19 settembre 2016), papa Francesco aveva già dato indirettamente una risposta con una lèttera indirizzata ai véscovi della regione pastorale di Buenos Aires il 5 settembre 2016 in risposta al documento da loro promulgato intitolato “Criteri bàsici per l’applicazione del capítolo VIII di Amoris laetitia”[1]. In essa papa Francesco approva la loro decisione di concèdere i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia a chi continua a vivere una situazione matrimoniale irregolare, cioè in una situazione oggettiva di peccato grave. La lèttera originale è in língua castillana ed è stata pubblicata dapprima nel sito Vaticano e poi negli Acta Apostolicae Sedis (AAS), la Gazzetta ufficiale della Santa Sede, nella sola língua originale.
Credo sia opportuno presentare a tutti i lettori italiani una mia traduzione in língua italiana dei due testi. Come si potrà constatare la lèttera di papa Francesco avvalla l’interpretazione dei véscovi argentini del capítolo VIII di Amoris laetitia, interpretazione in contraddizione con il magistero precedente di san Giovanni Pàolo II espresso nella Familiaris Consortio e in una lèttera[2] della Congregazione per la Dottrina della Fede. Eppure papa Francesco ha voluto che la sua lèttera fosse considerata “magistero autèntico”, il quale, pur non essendo infallibile, richiede comunque a tutti i cristiani «un religioso ossèquio dell’intelletto e della volontà» (CIC 752) anche se non pròprio un assenso di fede .
Il neretto nei due testi seguenti è mio.
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