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Domínica XXII Post Pentecosten

Àudio-commento teològico-spirituàle alle letture e alle preghiere del Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum[1], (it.: Messale Romano riveduto per decreto del sacrosanto Concílio di Trento), tratto da Maria Valtorta, Il libro di Azaria, CEV.

Per ascoltare l’àudio-commento, clicca sul símbolo bianco del play, posto in basso a destra nel riquadro soprastante.

Pròprio della s. Messa tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum e traduzione italiana delle letture secondo la traduzione proposta dalle CEI

INTRÓITUS    

Ps. 129, 3-4. Si iniquitátes observáveris, Dómine: Dómine, quis sustinébit? quia apud te propitiátio est, Deus Israël. Ps. ibid., 1-2. De profúndis clamávi ad te, Dómine: Dómine, exáudi vocem meam. Glória Patri.

 

Ps. 129, 3-4. Se tieni conto delle colpe, o Signore, Signore, chi mai potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono, o Dio di Israele. Dal fondo della mia angoscia a te, o Signore; Signore, ascolta la mia supplica! Gloria al Padre.

 

ORÁTIO    

Deus, refúgium nostrum et virtus: adésto piis Ecclésiæ tuæ précibus, auctor ipse pietátis, et præsta; ut, quod fidéliter pétimus, efficáciter consequámur. Per Dóminum.

 

Dio, nostro rifugiao e nostra forza, ascolta le fervide preghiere della tua Chiesa, tu che sei la sorgente stessa della pietà, e concedici di ottenre realmente ciò che domandiamo con fede. Per il nostro Signore.

 

EPISTOLA 

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Philippénses Philipp, 1, 6-11.

 

Fratres: Confídimus in Dómino Jesu, quia, qui coepit in vobis opus bonum, perfíciet usque in diem Christi Jesu. Sicut est mihi justum hoc sentíre pro ómnibus vobis: eo quod hábeam vos in corde, et in vínculis meis, etin defensióne, et confirmatióne Evangélii, sócios gáudii mei omnes vos esse. Testis enim mihi est Deus, quómodo cúpiam omnes vos in viscéribus Jesu Christi. Et hoc oro, ut cáritas vestra magis ac magis abúndet in sciéntia et in omni sensu: ut probétis potióra, ut sitis sincéri et sine offénsa in diem Christi, repléti fructu justítiæ per Jesum Christum, in glóriam et laudem Dei.  
M. – Deo grátias.

 

Fratelli: ho questa ferma fiducia nel Signore Gesù, che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del vangelo. Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
M. – Deo grátias.

 

GRADUALE    

Ps. 132, 1-2. Ecce, quam bonum et quam jucúndum, habitáre fratres in unum! Sicut unguéntum in cápite, quod descéndit in barbam, barbam Aaron.

 

Ps. 132, 1-2. Quanto è bello e piacevole abitare fraternamente insieme ! È come un unguento aromatico che scende dal capo sulla barba di Aronne.

 

ALLELÚIA   

Allelúja, allelúja. Ps. 113, 11. Qui timent Dóminum sperent in eo: adjútor et protéctor eórum est.
Allelúja.
  

 

Allelúja, allelúja. Ps. 113, 11. Quelli che temono il Signore confidiamo in Lui: Egli è loro scudo e il loro aiuo. Allelúja.

 

EVANGÉLIUM 

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum. Matth. 22, 15-21.

 

In illo témpore: Abeúntes pharisǽi consílium iniérunt, ut cáperent Jesum in sermóne. Et mittunt ei discípulos suos cum Herodiánis, dicéntes: Magíster, scimus, quia verax es et viam Dei in veritáte doces, et non est tibi cura de áliquo: non enim réspicis persónam hóminum: dic ergo nobis, quid tibi vidétur, licet censum dare Cǽsari, an non? Cógnita autem Jesus nequítia eórum, ait: Quid me tentátis, hypócritæ? Osténdite mihi numísma census. At illi obtulérunt ei denárium. Et ait illis Jesus: Cujus est imágo hæc et superscríptio? Dicunt ei: Cǽsaris. Tunc ait illis: Réddite ergo, quæ sunt Cǽsaris, Cǽsari; et, quæ sunt Dei, Deo.
M. – Laus tibi Christe.

 

In quel tempo: i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?”. Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. Gli risposero: “Di Cesare”. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
M. – Laus tibi Christe.

 

ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM    

 

Esth. 14, 12 et 13. Recordáre mei, Dómine, omni potentátui dóminans: et da sermónem rectum in os meum, ut pláceant verba mea in conspéctu príncipis.

 

Esth. 14, 12 et 13. Ricordati di me, o Signore, dominatore di ogni potenza; metti un saggio discorso sulla mia bocca, in modo che le mie parole, alla presenza del Re siano convenienti.

 

SECRÉTA    

Da, miséricors Deus: ut hæc salutáris oblátio et a própriis nos reátibus indesinénter expédiat, et ab ómnibus tueátur advérsis. Per Dóminum.

 

Concedici, o Dio misericordioso, che quest’offerta di salvezza ci liberi senza posa delle nostre colpe e ci protegga contro ogni forza avversa. Per il nostro Signore.

 

PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ    

 

COMMÚNIO    

Ps. 16, 6. Ego clamávi, quóniam exaudísti me, Deus: inclína aurem tuam et exáudi verba mea.

 

Ps. 16, 6. Perché Tu mi esaudisci, io ti invoco, o Dio; porgi il tuo orecchio e ascolta le mie parole.

 

POSTCOMMÚNIO    

Súmpsimus, Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes: ut, quæ in tui commemoratiónem nos fácere præcepísti, in nostræ profíciant infirmitátis auxílium: Qui vivis et regnas.
M. Amen.

 

Abbiamo ricevuto, o Signore, i doni del sacro mistero e ti chiediamo umilmente che ciò che hai prescritto di compiere in tua memoria venga in aiuto alla nostra debolezza: Tu che vivi e regni.


Note

[1] All’època delle cómunicazióni dell’àngelo Azaria alla mística cattòlica Maria Valtorta (2 feb. 1946 – 2 feb. 1947) il Messale in uso era il Missale Romanum ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini restitutum S. Pii V Pontificis Maximi jussu editum aliorum Pontificum cura recognitum a Pio X reformatum et Ssmi D. N. Benedicti XV auctoritate vulgatum (25 lúglio 1920).

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