Abbiamo tutti bisogno di silenzio. Specialmente noi cristiani perché, per comprendere le parole di Gesù e la sua persona - condizione necessaria per essere cristiani -, è necessario ascoltare il suo silenzio e conoscerlo attraverso di esso. Ma che significa questa enigmatica frase? La risposta ce la offre il papa emerito Benedetto XVI:
«Sappiamo dai Vangeli che Gesù spesso trascorreva notti intere da solo “sul monte” in preghiera, in conversazione con il Padre. Sappiamo che i suoi discorsi, le sue parole, provenivano dal silenzio e potevano maturare solo lì. Quindi è ragionevole pensare che la sua parola possa essere compresa correttamente solo se anche noi entriamo nel suo silenzio, se impariamo ad ascoltarlo a partire dal suo silenzio.
Certamente, per poter interpretare le parole di Gesù, è necessaria la conoscenza storica, che ci insegna a comprendere il tempo e il linguaggio del tempo. Ma questo da solo non è sufficiente, se vogliamo davvero comprendere il messaggio del Signore in profondità. Chiunque oggi voglia leggere i commenti sempre più profondi sui Vangeli, alla fine rimane deluso. Impara molte cose utili sulla storia di quell'epoca e una quantità di ipotesi che non contribuiscono per nulla alla comprensione del testo. In definitiva si sente che in tutto quell'eccesso di parole manca qualcosa di essenziale: l'ingresso nel silenzio di Gesù, da cui nasce la sua parola. Se non sappiamo entrare in questo silenzio, ascolteremo sempre la superficie della parola e quindi non possiamo realmente capire.
Da questo punto di vista, si possono quindi vedere i pericoli che continuamente minacciano la vita spirituale, anche di sacerdoti e vescovi e che quindi mettono in pericolo la Chiesa stessa, nella quale non è infrequente che la Parola venga sostituita da una prolissità che ne diluisce la grandezza» (tratto dalla postfazione al libro del card Robert Sarah “Il potere del silenzio”).
Impariamo, allora, il silenzio. Nell'agile e semplice libro intitolato "Il culto del silenzio" del monaco camaldolese Renè Vuilleumier, ci vengono offerti gli strumenti per apprenderlo. Ricordate che:
«Il rumore non fa bene e che il bene non fa rumore» (tratto dal libro “Il culto del silenzio”).
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