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La Festa della Divina Misericòrdia

È la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericòrdia. Gesú parlò per la prima volta del desidèrio di istituire questa festa alla suora polacca santa Faustyna Kowalska a Plock nel 1931.

Nelle stesso periodo Gesú le chiedeva di dipingere come lei lo vedeva in visione: benedicente e con due raggî, uno rosso e uno blu che gli uscivano dal cuore. Negli anni successivi Gesù ritornò a chiedere l’istituzione della festa della Divina Misericordia in ben altre 14 apparizioni, definendo con precisione il giorno della festa nel calendàrio litúrgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le gràzie ad essa legate.

La scelta della prima Doménica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teològico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericòrdia. Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che inízia il Venerdì Santo[1].

Gesù spiegò la ragione della sua richiesta in questi tèrmini:

«Le ànime períscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia misericórdia, periranno per sempre»[2].

Gesú ha inoltre espresso due desiderî sul modo di celebrare la festa:

  • che il quadro della Misericòrdia sia quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente venerato;
  • che i sacerdoti pàrlino alle ànime di questa grande e insondàbile misericórdia Divina

e in tal modo risvèglino nei fedeli la fidúcia.

Le parole di Gesú sulla Festa della Divina Misericòrdia

I brani seguenti sono tratti dal Diario di santa Faustyna Kowalska.

«Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine […] venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. + Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me» (22 febbraio 1931)

«Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo Incarnato faccio conoscere l’abisso della Mia Misericordia ». (Wilno, 26.X.1934)

«Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. + […] In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. + L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. + Oh! quanto Mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà. Anche i demoni ammirano la Mia giustizia, ma non credono alla Mia bontà. Il mio Cuore gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia » (Un segreto dell’Wilno 1934).

«Sono molto stupita per il fatto che mi ordini di parlare di questa festa della Misericordia, quando tale festa, a quanto mi dicono, esiste già. Quindi, perché dovrei parlarne? E Gesù mi rispose: « Chi mai ne è informato tra la gente? Nessuno. E perfino coloro che debbono proclamare e dare delle istruzioni alla gente su questa Misericordia, spesso essi stessi non lo sanno. Per questo desidero che questa immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico, in modo che tutti possano esserne informati. Fa’ una novena secondo l’intenzione del Santo Padre, che deve essere composta di trentatré invocazioni, ripetendo cioè altrettante volte la breve preghiera alla Misericordia, che ti ho insegnato» (5.XII.1934).

«Inaspettatamente udii una voce: «Questa festa è uscita dalle viscere della Mia Misericordia ed è confermata nell’abisso delle Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella Mia Misericordia, la otterrà».(28.IV.1935)

«Nessun’anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua dev’essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia. Ti nomino dispensatrice della Mia Misericordia. Dì al confessore che quest’immagine deve venire esposta in chiesa e non nel convento dentro la clausura. Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter accedere ad essa» (15.XII.33).

«Una volta udii queste parole: “Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto. La Mia Misericordia è talmente grande che nessuna mente, né umana né angelica, riuscirà a sviscerarla pur impegnandovisi per tutta l’eternità. Tutto quello che esiste, è uscito dalle viscere della Mia Misericordia. Ogni anima nei Miei confronti rifletterà per tutta l’eternità sul Mio amore e sulla Mia Misericordia. La festa della Misericordia è uscita dalle Mie viscere; desidero che venga celebrata solennemente la prima domenica dopo Pasqua. L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà alla sorgente della Mia Misericordia”» (24 settembre 1936)

«G.M.G. “Figlia Mia, se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della Mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella Mia Misericordia. Esigo da te atti di Misericordia, che debbono derivare dall’amore verso di Me. Devi mostrare Misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare Misericordia verso il prossimo: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo la preghiera. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della Misericordia ed è una dimostrazione irrefutabile dell’amore verso di Me. In questo modo l’anima esalta e rende culto alla Mia Misericordia. Sì, la prima domenica dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l’azione ed esigo il culto della Mia Misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto all’immagine che è stata dipinta. Per mezzo di questa immagine concederò molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della Mia Misericordia, poiché anche la fede più forte, non serve a nulla senza le opere”» (20.X.1936)

«Figlia Mia, dì che la festa della Mia Misericordia è uscita dalle Mie viscere a conforto del mondo intero» (21.1.38)

Come Gesú descrive la sua Divina Misericòrdia

«Quando sono andata all’adorazione, ho udito queste parole: “Mia diletta figlia, scrivi queste parole, che oggi il Mio Cuore ha riposato in questo convento. Parla al mondo della Mia Misericordia, del Mio amore. Le fiamme della Misericordia Mi bruciano, desidero riversarle sulle anime degli uomini. Oh, che dolore Mi procurano quando non vogliono accettarle! Figlia Mia, fa’ quanto è in tuo potere per la diffusione del culto della Mia Misericordia, Io completerò quello che ti manca. Dì all’umanità sofferente che si stringa al Mio Cuore misericordioso e Io li [sic!] colmerò di pace. Figlia Mia, di che sono l’amore e la Misericordia in persona. Quando un’anima si avvicina a Me con fiducia, la riempio di una tale quantità di grazia, che essa non può contenerla in sé e la irradia sulle altre anime. Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell’ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso. In quell’ultima ora, l’anima non ha nulla in sua difesa, all’infuori della Mia Misericordia. Felice l’anima che durante la vita si è immersa nella sorgente della Misericordia, poiché la giustizia non la raggiungerà. Scrivi: tutto ciò che esiste è racchiuso nelle viscere della Mia Misericordia più profondamente di un bimbo nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la Mia bontà! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera più dolorosa”» (4.IV.1937.)

«Il Signore mi ha detto: “Non deve interessarti per niente come si comportano gli altri; tu comportati come ti ordino Io. Devi essere una Mia copia vivente tramite l’amore e la Misericordia». Risposi: « Ma, Signore, abusano spesso della mia bontà ». «Non importa, figlia Mia, non te ne curare, tu sii sempre misericordiosa con tutti e specialmente con i peccatori». + «Quanto mi addolora che le anime si uniscano così poco a Me nella santa Comunione! Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e sincerità ed esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle. Trattano con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno d’amore e di Misericordia. Affinché tu possa conoscere almeno un po’ il Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l’amore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è un’immagine ed una pallida somiglianza del Mio amore. Scrivi, parla della Mia Misericordia. Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Anche se un’anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest’anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi!”» (Vigilia di Natale 1937)

«I più grandi peccatori pongano la loro speranza nella Mia Misericordia. Essi prima degli altri hanno diritto alla fiducia nell’abisso della Mia Misericordia. Figlia Mia, scrivi sulla Mia Misericordia per le anime sofferenti. Mi procurano una grande gioia le anime che si appellano alla Mia Misericordia. A queste anime concedo grazie più di quante ne chiedono. Anche se qualcuno è stato il più grande peccatore, non lo posso punire se esso si appella alla Mia pietà, ma lo giustifico nella Mia insondabile ed impenetrabile Misericordia. Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia» (6.VI.37)

«“Figlia Mia, dì alle anime che dò loro come difesa la Mia Misericordia. Combatto per loro Io solo e sopporto la giusta collera del Padre Mio”. […] Oggi il Signore mi ha detto: “Ho aperto il Mio Cuore come una viva sorgente di Misericordia, tutte le anime vi attingano la vita, si avvicinino con grande fiducia a questo mare di Misericordia. I peccatori otterranno la giustificazione ed i giusti verranno rafforzati nel bene. A colui che avrà posto la sua fiducia nella Mia Misericordia, nell’ora della morte colmerò l’anima con la Mia pace divina». Il Signore mi ha detto: «Figlia Mia, non desistere dal diffondere la Mia Misericordia, con ciò procurerai refrigerio al Mio Cuore, che arde del fuoco della compassione per i peccatori. Dì ai Miei sacerdoti che i peccatori induriti si inteneriranno alle loro parole, quando essi parleranno della Mia sconfinata Misericordia e della compassione che ho per loro nel Mio Cuore. Ai sacerdoti che proclameranno ed esalteranno la Mia Misericordia, darò una forza meravigliosa, unzione alle loro parole e commuoverò i cuori ai quali parleranno”» (21.1.38)

«Oggi il Signore mi ha detto: “Figlia Mia, scrivi queste parole: Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e ne diffonderanno il culto, esortando altre anime alla fiducia nella Mia Misericordia, queste anime nell’ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia le proteggerà in quell’ultima lotta… Figlia Mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno. Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima, e l’ora della loro morte sarà serena. Scrivi questo per le anime afflitte: quando l’anima vede e riconosce la gravità dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l’abisso di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia Misericordia, come un bambino fra le braccia della madre teneramente amata. Queste anime hanno la precedenza nel Mio Cuore compassionevole, esse hanno la precedenza nella Mia Misericordia. Proclama che nessun’anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta delusa né confusa. Ho una predilezione particolare per l’anima che ha fiducia nella Mia bontà. Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso”» (28.1.38)

«Sappi, figlia Mia, che fra Me e te c’è un abisso incolmabile, che separa il Creatore dalla creatura, ma questo abisso viene livellato dalla Mia Misericordia. T’innalzo fino a Me, non perché abbia bisogno di te, ma unicamente per la Mia Misericordia ti dono la grazia di unione. Dì alle anime che non pongano ostacoli nel proprio cuore alla Mia Misericordia, la quale ha un grande desiderio di operare in esse. La Mia Misericordia agisce in tutti i cuori che le aprono la porta; sia il peccatore che il giusto hanno bisogno della Mia Misericordia. La conversione e la perseveranza sono grazie della Mia Misericordia. Le anime che tendono alla perfezione abbiano un culto speciale per la Mia Misericordia, poiché l’abbondanza delle grazie che concedo loro proviene dalla Mia Misericordia. Desidero che queste anime si distinguano per una fiducia senza limiti nella Mia Misericordia, Io stesso Mi occupo della santificazione di queste anime, fornisco loro tutto ciò che serve per la loro santità. Le grazie della Mia Misericordia si attingono con un solo recipiente e questo è la fiducia. Più un’anima ha fiducia, più ottiene. Sono di grande conforto per Me le anime che hanno una fiducia illimitata, e su tali anime riverso tutti i tesori delle Mie grazie. Sono contento quando chiedono molto, poiché è Mio desiderio dare molto anzi moltissimo. Mi rattrista invece se le anime chiedono poco, comprimendo i desideri dei loro cuori» (3.II.38)

«Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un’anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l’abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e dò loro quello che desiderano» (26.V.1938)

«Sappi, figlia mia, che il Mio cuore è la Misericordia stessa. Da questo mare di Misericordia le grazie si riversano sul mondo intero. Nessuna anima che si sia avvicinata a Me, è ripartita senza essere stata consolata. Ogni miseria affonda nella Mia Misericordia e da questa sorgente scaturisce ogni grazia salvifica e santificante. Figlia Mia, desidero che il tuo cuore sia la sede della Mia Misericordia. Desidero che questa Misericordia si riversi sul mondo intero tramite il tuo cuore. Chiunque si avvicina a te, non parta senza la fiducia nella Mia Misericordia che desidero tanto nelle anime. Prega quanto puoi per gli agonizzanti; impetra loro la fiducia nella Mia Misericordia, poiché essi hanno più che mai bisogno della fiducia e ne hanno tanto poca. Sappi che la grazia della salvezza eterna di alcune anime, all’ultimo momento, è dipesa dalle tue preghiere. Tu conosci tutto l’abisso della Mia Misericordia; attingi perciò da esso per te e soprattutto per i poveri peccatori. È più facile che il cielo e la terra cadano nel nulla, piuttosto che un’anima fiduciosa non venga abbracciata dalla Mia Misericordia» (CONFERENZA SULLA MISERICORDIA)

«Oggi in un lungo colloquio il Signore mi ha detto: «Quanto desidero la salvezza delle anime! Mia carissima segretaria, scrivi che desidero riversare la Mia vita divina nelle anime umane e santificarle, purché esse vogliano accogliere la Mia grazia. I più grandi peccatori potrebbero raggiungere una grande santità, se soltanto avessero fiducia nella Mia Misericordia. Le Mie viscere sono colme di Misericordia, che è diffusa su tutto ciò che ho creato. La Mia delizia consiste nell’agire nelle anime degli uomini, riempirle con la Mia Misericordia e giustificarle. Il Mio regno in terra è la Mia vita nelle anime degli uomini. Scrivi, Mia segretaria, che direttore delle anime sono Io stesso direttamente, mentre indirettamente le guido tramite i sacerdoti e conduco ognuna alla santità attraverso una strada nota soltanto a Me» (PENTECOSTE. LA RINNOVAZIONE DEI VOTI)».

Gesù, confido in te!

Flaviano Patrizi


Note

[1] Cfr Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia, 154: «poiché la Liturgia della “Domenica II di Pasqua o della divina misericordia” – come viene ora chiama – costituisce l’alveo naturale in cui esprimere l’accoglienza della misericordia del Redentore dell’uomo, si educhino i fedeli a comprendere tale devozione alla luce delle celebrazioni liturgiche di questi giorni di Pasqua. Infatti, il Cristo pasquale è l’incarnazione definitiva della misericordia, il suo segno vivente: storico-salvifico e insieme escatologico. Nel medesimo spirito, la Liturgia del tempo pasquale pone sulle nostre labbra le parole del salmo: “Canterò in eterno le misericordie del Signore” (Sal 89 [88], 2)».

[2] Faustyna Kowalska, Dario, 17.II.37 (Quaderno II, p. 345).

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