Pubblicato il Lascia un commento

Omelia: I Doménica di Avvento – Anno C

Letture della messa del giorno

Cominciamo insieme un nuovo anno litúrgico, cari fratelli e sorelle, contrassegnato dal colore viola, che per L’AVVENTO ÍNDICA IL TEMPO DELLA NOTTE CHE STA PER FINIRE; il tempo in cui il búio non è un búio pesto, ma il búio pieno di stelle, che dunque è mèglio rappresentato dal colore viola.

Viola sempre piú chiaro è anche il colore del cielo raggiunto dal “Sole di giustízia”, che è il Fíglio di Dio venuto sulla Terra a prèndere su di Sé la natura umana. Di Lui parlava il profeta Geremia, chiamàndolo «germòglio giusto, che eserciterà il giudízio e la giustízia» (Ger 33, v.15). È Lui, Gesú, che “ci ha aperto la via dell’eterna salvezza” e ha realizzato con la sua prima venuta «le promesse di bene» (v.14) fatte da Dio ai padri, per mezzo dei profeti. Sono i profeti che hanno annunciato il Salvatore, “le stelle” nella notte di cui vi parlavo, o, come disse san Pietro, le «làmpade che splèndono in luogo oscuro fino allo spuntare del giorno» (Cfr 2 Pt 1, 20). Le stelle sono i profeti e il giorno è Gesú! E noi ci lasceremo guidare dagli uni e dall’Altro, in questo tempo di gràzia: sia dai profeti, che hanno annunciato la prima venuta di Gesú; sia da Gesú stesso, Sole senza tramonto, che ci chiede di ATTÉNDERE la sua seconda venuta, CON FEDE, VIGILANTI, SALDI, IN PREGHIERA, IMITANDO I SANTI. San Pàolo, infatti, ai Tessalonicesi raccomandava, in modo accorato (e non enfàtico come qualcuno potrebbe pensare): «fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesú affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di PIACERE A DIO…, possiate progredire ancora di piú» (1 Ts 4, v.1). Ecco: per progredire sempre di piú, mentre attendiamo il Signore glorioso, dobbiamo preoccuparci di PIACERE A DIO imitando i santi. Piacere a Dio e non agli uòmini! Piacere a Dio e non al mondo! Piacere a Dio e non a noi stessi. Dice infatti il Signore: «Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spírito» (Zc 4, v.6). Solo se abbiamo il suo spírito, infatti, e le sue ispirazioni, e il suo sentire, e il suo sostegno, potremo piacere a Lui e víncere ogni prova. In caso contràrio, quelle cose terríbili e gravi che sconvòlgono il mondo e che sempre di piú lo sconvolgeranno, man mano che si avvicina la seconda venuta di Gesú e la fine dei suoi nemici, ci faranno morire di spavento. Diceva il Vangelo: «sulla terra angòscia di pòpoli in ànsia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uòmini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra» (Lc 21, 25-26). Questa è la sorte di chi confida in sé stesso: paura e morte. Al contràrio, CHI CREDE NELLE PROMESSE DI DIO AVRÀ UNA VITA TRANQUILLA, non perché senza problemi e tribolazioni, ma perché DIO CI FARÀ SAPERE E SENTIRE CHE È CON NOI.

Ricorderete tutti le parole di santa Teresa d’Àvila, che sono diventate un soave cànone: «Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio, niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta». Pertanto potremmo sintetizzare il Vangelo di oggi in queste parole; in questo concentrato di fidúcia; in questo esèmpio di vita che ha cercato di piacere solo a Dio. Ma per arrivare a questo punto, ed èssere come santa Teresa pur nella nostra unicità e originalità, DOBBIAMO TENERE IL CUORE LEGGERO E PREGARE CON IL CUORE. Lo diceva Gesú sotto forma di mònito: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantíscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» (Lc 21, v.34). E poco dopo: «Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere» (v.36).

Vediamo come si tiene il cuore “leggero” (ovviamente nel senso di “tranquillo”, e non di “superficiale”). Anzitutto VIA LE DISSIPAZIONI! Che cosa sono? “Dissipare” vuol dire sprecare, dispèrdere, sperperare i doni di Dio naturali o soprannaturali. Vi fàccio un esèmpio. Se io possiedo un pugno di diamanti e pietre preziose, e lo butto nel mare, in uno stagno o in un campo zappato, ¿sto facendo bene o male? Ovviamente male, perché quelle pietre preziose servívano ad ornare qualche gioiello o una splèndida corona alla madre di Dio. Ebbene, chi ha l’intelligenza e la usa per il male, per la disonestà, per la contesa stèrile, sta sperperando un bene prezioso. Chi ha il tempo e lo usa per bighellonare, poltrire, navigare senza meta sulla Rete, sta gettando un diamante nello stagno. Chi ha il senso dell’umorismo e sa portare l’allegria, ma usa questo dono per corròmpere i costumi, schernire i fratelli, minimizzare le colpe o dissacrare il sacro, sta disperdendo i suoi preziosi. Capite bene, allora quante síano le dissipazioni che possiamo rintracciare e quanto ci sarà chiesto un giorno dal Signore.

Oltre a ciò Gesú nòmina LE UBRIACHEZZE. Via anche queste! E qui molti potrèbbero tirare un sospiro di sollievo, perché non hanno il vízio di bere smoderatamente alcòlici, né sono alcolizzati. Ma non è cosí! Gesú si riferisce a tutti i tipi di ubriachezze e, dunque, a quelle esaltazioni di sé stessi nella mente, nei sensi e nel sentimento, che chiamiamo bòria, arroganza, supponenza, senso di superiorità, vanaglòria, prepotenza, lussuria, sentimentalismo e molto altro. Dio ce ne scampi da ogni forma di ubriachezza!

Infine, il Signore, per alleggerirci il cuore e pensando stavolta agli úmili, ci chiede di non farci appesantire dagli AFFANNI DELLA VITA. Sono tutte le cose che potrèbbero scoraggiarci: le prove, le difficoltà, le cose ingiuste che ci càpitano, le malattie, i problemi, gli ostàcoli che rallèntano o deviano l’arrivo a una meta. Sono le tribolazioni, le fatiche senza frutto; i lutti, i cambiamenti improvvisi che ci sorprèndono in negativo; i tradimenti da parte degli amici di cui ci fidavamo; i fallimenti, le sconfitte. Il Signore ci dice: «Getta su di Me il tuo affanno ed Io ti darò sostegno. Mai permetterò che il giusto vacilli» (Cfr Sal 54, v.23).

Ora IL CUORE È LÍBERO E TRANQUILLO, se avremo ascoltato Gesú. MA SE VUOLE RESTARE TALE, DEVE ANCHE PREGARE. Chi non vígila su sé stesso e non prega ogni giorno, con il cuore, non avrà «la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere». Lo ha detto Gesú ed è degno di fede.

Egli ci ha nascosto il nostro futuro personale, per farci vívere bene ogni giorno e l’àttimo presente, senza paura e senza ànsia. Ma ci ha anche rivelato il futuro del mondo e della stòria, e il destino último che ci attende, per evitarci di comparire un giorno davanti a Lui, Fíglio dell’uomo, col cuore pesante e senza la fede.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.